Ti è mai capitato di intercettare con i tuoi sensi qualcosa che ti fa reagire, ma senza che tu sappia perché? È una sensazione strana, fastidiosa anche. Un po’ come quando stai per starnutire e invece, poi, lo starnuto se ne va indietro.
A me capita. Con gli odori, quasi sempre. Il mio olfatto deve essere molto poco sviluppato o, perlomeno, mal collegato al cervello. Ci sono molti studi, in particolare di marketing emozionale, che dimostrano come gli odori siano proprio tracce di memoria; eppure succede che sento un profumo e so di averlo già sentito, ma non ricordo dove, quando o addosso a chi.
Com’è o come non è, sta di fatto che il retrogusto è tristezza. Un velo leggero sulla mente. Lì, tutti ricordi che non riescono a emergere dalle nebbie mnemoniche, intrappolati nei punti di sutura di ferite rimarginate, o forse ancora no.
Capita e capita anche che per rendere il tutto più avventuroso il mio subconscio si inventi qualche simpatico rebus da sottopormi.
Percepisco l’odore (o sento il suono), ho la sensazione che ci sia qualche cosa di familiare, ma non riesco ad inquadrarlo, in compenso mi viene in mente una frase, un nome o qualche altro dettaglio. Qualcosa che ha a che fare con il pezzetto mancante, ma privo di una relazione diretta, così da costringermi a ricostruire la vicenda.
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Io mi accontenterei anche di un piccolo indizio per ricostruire invece, buio totale. Evidentemente rimuovo con solerzia…
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A volte è un aiuto, altre una croce.
Ti fa sperare, ti fa sentire ad un passo da una soluzione che non raggiungerai mai. Così oltre al danno, la beffa di sentirti anche tonto… una figata.
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Ah beh, e allora buio sia! XD
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Hahahaha.
Basta affrontarlo con astuzia… chiudere gli occhi e farsi una pennica.
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