Ricordo

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Avevo 10 anni e facevo la quinta elementare quando ho letto per la prima volta “Il diario di Anna Frank. Forse ero troppo piccola per capire pienamente quello che stavo leggendo e la portata di quegli eventi così disastrosi, ma la sensazione di inquietudine che provai la ricordo ancora e molto bene.

Sensazione che si tramutò in orrore nudo e crudo quando lessi, al liceo, Se questo è un’uomo. Mesi e mesi per arrivare in fondo: ogni riga un pugno allo stomaco, un mattone che non ne voleva sapere di andare giù.Auschwitz-Birkenau Non credo di aver mai provato tanta pena e una simile sensazione di svuotamento come nel periodo in cui mi sono sforzata di leggere quel libro.

Dopo quei libri ne sono venuti altri insieme a poesie, immagini, saggi, film, ricordi dei miei nonni e di tanti altri nonni sopravvissuti. Continuo a leggere, a guardare, a studiare e mi rendo conto che attualmente nel mondo, lasciando stare l’ISIS, ci sono Paesi in cui l’orrore è presente e sfigura generazioni intere di uomini.
Mi rendo conto che posso capire solo fino a un certo punto e spero con tutte le mie forze di non trovarmi mai nella situazione di capire davvero. Ma dimenticare, no. Questo mai.

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