Non ho mai fatto le orecchie ai libri per tenere il segno e non mi piace sottolineare a matita libri che non siano testi di studio. Quindi, per non perdere le frasi che mi colpiscono e poterle poi trascrivere, da un po’ di mesi mi sono attrezzata con i postit segnapagina, facendone ampio uso. Avevo intenzione di usarli anche durante la lettura di “Lettere contro la guerra” di Tiziano Terzani, ma poi non l’ho fatto.
Perché?
Non perché il libro non mi sia piaciuto, ma perché ogni riga delle lettere di Terzani conduce alla successiva con una tale intensità di pensiero che non sono riuscita a dirmi: “Ecco! Questa è la frase chiave, questo è il concetto da ricordare e fare mio”.
Ogni paragrafo di quelle lettere è un importante tassello della visione ragionata che Terzani offre del mondo islamico; ogni parola trasmette un messaggio chiaro e forte. Non c’è una frase che spicca sulle altre, tutte quante valgono la pena di essere lette, metabolizzate e ripensate.
E credo che questa sia la “recensione” migliore che io possa fare a questa raccolta di lettere. Senza aggiungere altro se non che dovremmo leggerla tutti, prima di parlare di certe tematiche senza avere in mente almeno un paio di punti di vista diversi.
Tiziano Terzani è un grande. Pensa che nella mia città, Udine, gli abbiamo dedicato anche un premio: “Vicino/Lontano”.
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Io non avevo mai letto un suo libro, solo alcuni articoli. Ora, credo che inizierò pian piano a recuperare anche gli altri.
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