Il racconto dell’ancella

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Scommetto che hai già sentito parlare di questo libro o che, quantomeno, sei incappato nel trailer della serie tv, targata Hulu, “The Handmaid’s Tale” (Il racconto dell’ancella) che l’anno scorso ha riportato alla ribalta l’omonimo romanzo della scrittrice canadese Margaret Atwood.

Pur se scritta negli anni ’80, la storia raccontata dalla Atwood è estramamente attuale sia nella premessa che dà il via alla narrazione che nelle tematiche che costituiscono il nucleo del romanzo. A mio parere, è questo che impressiona maggiormente e quindi coinvolge il lettore. Il romanzo è distopico, ma al contempo estremamente vicino a noi, alla nostra epoca, alle estremizzazioni che, anche se non direttamente, viviamo in questo pazzo mondo. Il risultato è un’inquietudine di fondo, che accompagna la lettura e fa riflettere sui problemi che le società di oggi si trovano a dover affrontare, rendendo più che possibile la nascita di dietrologie e filoni di pensiero estremisti.

La narrazione si svela pian piano; con il passare delle pagine il lettore ha modo di mettere insieme i pezzi di un puzzle che portano a formare il quadro più ampio, drammatico, in cui si inserisce la testimonianza della protagonista, Difred. La continua sospensione del tempo presente per dare spazio ai flashback in questo caso funziona e fa risaltare la violenza del presente che Difred vive rispetto al passato, un mondo che in effetti è esistito. Prima la protagonista era una donna normale, con una vita normale; ora nella teocrazia totalitaria che ha trasformato gli Stati Uniti in Galaad è semplicemente un contenitore vuoto, protetto allo stremo per la sua potenziale capacità di ospitare una nuova vita.

Il recupero di vecchie ideologie patriarcali, la rilettura misogina della Bibbia e l’interpretazione distorta che ne viene data, l’eliminazione di tutti i ruoli intermedi tra l’uomo tutto d’un pezzo e la donna angelo del focolare. “Il racconto dell’ancella” mostra al lettore tutto questo e, sottilmente, chiede di prestare attenzione affinché ciò che è raccontato non possa arrivare a concretizzarsi, mai.

PS
Un consiglio: prima di riporre il libro sullo scaffale, non dimenticare di leggere le “Note storiche su Il racconto dell’ancella“. Si tratta in realtà di un epilogo che fa parte della storia.

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