Ci sono libri capaci di suscitare qualcosa fin dalle primissime righe. Capaci di catturare l’attenzione del lettore sin dal primo paragrafo per non lasciarla andare più (e si finisce col naso fra le pagine in ogni piccolo momento strappato alla routine quotidiana). Sono i libri che hanno un incipit da esclamazione e ho deciso, da ora in avanti, di collezionarli dando il via a una piccola rubrica qui sul blog. Giusto per ricordare il mio passato in pubblicità ho deciso di lanciarmi in un imbarazzante gioco di parole e chiamarla (Perd)Incipit. Eh già; l’ho pensato, l’ho detto e l’ho scritto!
Per iniziare, si poteva non partire con uno degli autori la cui specialità è mettere nero su bianco, senza peli sulla lingua, le realtà più disparate e dure senza nascondere davvero nulla al lettore? A quanto pare la mia risposta è stata no ed è per questo che ho scelto l’incipit de “Il teatro di Sabbath” di Philip Roth.
Giura che non scoperai più le altre o fra noi è finita.
Questo l’ultimatum, il delirante, improbabile, assolutamente imprevedibile ultimatum che la signora cinquantaduenne impose tra le lacrime al suo amante sessantaquattrenne, il giorno in cui il loro legame, di stupefacente impudicizia e altrettanto stupefacente riservatezza, compiva tredici anni.
E adesso che l’afflusso di ormoni andava esaurendosi, e la prostata ingrossava, e forse non gli restavano che pochi anni di potenza relativamente affidabile, e forse ancor meno anni di vita; adesso, quando si avvicinava la fine di ogni cosa, gli veniva imposto, per non perdere lei, di stravolgere se stesso.
è un autore che non conosco…ma che merita attenzione sicuramente!!
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Non è sempre facile da abbracciare, ma ne vale certamente la pena 😉
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Forse il più bel libro di Roth, trasgressivo, sensuale, irriverente e profondamente umano (e anche molto divertente)
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In questi ultimi anni ho letto un po’ di libri di Roth, e come “Il teatro di Sabbath” veramente non ce n’è
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complimenti per il neologismo, davvero efficace. Lo scriverei senza parentesi e con un esclamativo finale, al massimo con la prima “i” di incipit maiuscola per far capire la fusione delle due parole.
E complimenti anche per la scelta del primo “perdIncipit!”, Roth ti sbatte dentro il romanzo con una fucilata.
ml
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Grazie per il consiglio, sul punto esclamativo in effetti ero molto indecisa… temevo fosse un po’ troppo, ma se mi dici così credo lo aggiungero.
Roth ti butta quasi sempre a capofitto nei suoi romanzi e questa è una delle tante cose che amo di lui! 😉
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