Ed eccoci qui con il secondo appuntamento della rubrica dedicata alla condivisione di quelli che, secondo me, sono incipit di libri destinati a lasciare il segno.
Ringrazio massimolegnani di Orearovescio per avermi dato il coraggio di aggiungere quel punto esclamativo che non avevo avuto cuore di mettere a sottolineare il neologismo coniato nel post di inaugurazione di questa piccola rubrica.
E ora, senza ulteriori indugi, ti lascio all’incipit di “Trilogia di New York” di Paul Auster. Sicuramente un (Perd)Incipit!
Cominciò con un numero sbagliato, tre squilli di telefono nel cuore della notte e la voce all’apparecchio che chiedeva di qualcuno che non era lui. Molto tempo dopo, quando fu in grado di pensare a ciò che gli era accaduto, avrebbe concluso che nulla era reale tranne il caso. Ma questo fu molto tempo dopo. All’inizio, non c’erano che il fatto e le sue conseguenze. La questione non è se si sarebbero potuti sviluppare altrimenti o se invece tutto fosse già stabilito a partire dalla prima parola detta dallo sconosciuto. La questione è la storia in sé: che abbia significato o meno, non spetta alla storia spiegarlo.
[Trilogia di New York, Paul Auster]
Dì la verità: non ti fa venire subito voglia di tuffarti nella storia?
Mi sono già tuffata in questa storia: è imperdibile ;).
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E lascia proprio un bel segno 😉
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Mi ci tuffo quando vedo i tuoi post alcuni li perdo non so come mai sarò tonta
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Macchè tonta!
In questa storia, una volta tuffati è difficile uscirne prima di aver chiuso la quarta di copertina 😉
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La rubrica prevede che ognuno può proporre un incipit?
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Ma perché no?
Sarebbe certamente anche più interessante! Grazie dell’input 😉 aspetto curiosa il tuo (Perd)incipit!
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Lo mando nei commenti?
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Per l’effetto sorpresa direi che puoi mandarlo alla mail del blog voodooworkin@gmail.com
😉
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Trovo che la parte forte di questo incipit siano le prime righe, fino a “nulla era reale tranne il caso.” Inchiodano il lettore. Le frasi successive, un po’ didascaliche, hanno ridotto la mia attenzione.
ml
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Pensa che, invece, a me ha incuriosito soprattutto questa frase: ” La questione è la storia in sé: che abbia significato o meno, non spetta alla storia spiegarlo”.
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Mi piace moltissimo Paul Auster!
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Anche a me piace molto e ho in programma di leggere qualcos’altro di suo a breve 😉
Hai un titolo da consigliarmi? Oltre alla trilogia ho letto “Follie di Brooklyn” e “Mr Vertigo”.
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La musica del caso è molto bello. A me è piaciuto molto anche 4321 ma è piuttosto impegnativo!
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4321 mi ispira un sacco, ma devo ancora capire come riuscire a incastrarlo con i 2 libri al mese che leggo per i gruppi di lettura.
Credo che nel frattempo opterò per La musica del caso 😉
Grazie del consiglio!
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