La mattina che si uccise anche l’ultima figlia dei Lisbon (stavolta toccava a Mary: sonniferi, come Therese) i due infermieri del pronto soccorso entrarono in casa sapendo con esattezza dove si trovavano il cassetto dei coltelli, il forno a gas e la trave del seminterrato a cui si poteva annodare una corda. Scesero dall’ambulanza, con quella che come al solito ci sembrò una lentezza esasperante, e il più grasso disse sottovoce: “Mica siamo in TV, gente: più presto di così non si può”. Stava spingendo a fatica le apparecchiature per la rianimazione accanto ai cespugli cresciuti a dismisura, sul prato incolto che tredici mesi prima, all’inizio di quella brutta storia, era perfettamente curato.
Sì, hai indovinato!
Questo è l’incipit de “Le vergini suicide”, romanzo d’esordio dello scrittore americano Jeffrey Eugenides, portato sul grande schermo da Sofia Coppola. Un (Perd)Incipit! che svela fin da subito “come va a finire la storia”, per poi tornare con un flashback all’inizio di quella che diventerà la tragica vicenda della famiglia Lisbon. Nonostante si sappia fin dalle primissime righe dove andrà a parare, questo romanzo, grazie alla sua intensità e brutalità, riesce a incollare gli occhi del lettore sulle pagine, portandolo a interrogarsi sul perché accade ciò che sta leggendo.
Se vuoi saperne di più, su questo blog trovi anche la recensione de “Le vergini suicide”.
Ho letto e visto, ovviamente non c’è paragone, ma Sofia Coppola ha fatto un buon lavoro e ricreato un’atmosfera molto simile a quella che si può immaginare dalla lettura. La narrazione del libro è una meraviglia nonostante la storia sia triste.
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Sì, la Coppola è riuscita a ricreare l’atmosfera soffocante che pervade il romanzo anche grazie a quella che è la sua cifra stilistica: lentezza e telecamere fisse. Credo però che chi ha visto solo il film potrebbe non essersi fatto un’idea giusta del romanzo…
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Beh certo, io avevo letto, a suo tempo, prima il romanzo. Tra l’altro il film non era ancora uscito, quindi per me è stato un passaggio, diciamo, lineare. L’ho scoperto per caso, forse sono stato attratto dal titolo, c’era un periodo in cui compravo i libri per il titolo strano, e devo dire che è uno dei libri che consiglio spesso. Un altro che mi ha colpito molto a livello di narrazione è stato: il petalo cremisi e il bianco di Faber. Se non lo hai letto dovresti farlo. Ciao
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Grazie per il consiglio! Ho fatto una breve ricerca e sembra molto interessante, ma docrò aspettare l’estate per leggerlo… è troppo lungo da incastrare con i due gruppi di lettura >.<
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Very Nice 🌸
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Many thanks ❤
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non ho letto il libro nè visto il film e devo ammettere che questo incipit è molto intrigante, senza tanti preamboli ti catapulta in mezzo al dramma, usando un passo spiazzante da “routine dei suicidi”.
ml
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Eugenides gioca subito a carte scoperte e in quelle poche righe è bravissimo a catturare l’attenzione.
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Ho letto il libro, ho visto il film. Molto belli entrambi. Io ho preferito il libro, ma quasi sempre io preferisco il libro…
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Da inguaribile divoratrice di libri anch’io difficilmente trovo che le trasposizioni cinematografiche rendano giustizia ai romanzi… però non demordo, provo a guardarli lo stesso 😉
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non ho ltto né ho visto. Quindi non faccio paragoni. D’altra parte sono due sistemi diversi. Il libro parla con le parole per vedere le immagini. Il cinema parla con le immagini per capire le parole.
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La trascrizione da parola a immagine mi risulta più congeniale 😉
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dipende dalla storia e dall’aderenza al testo. Di solito l’immagine coglie quello che la parole non riesce esprimere.
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No lo he leído ni visto la película, pero siempre me han gustado más los libros que sus versiones cinematográficas. Opino igual que en el anterior comentario, son diferentes las palabras que las imágenes. En España decimos “una imagen vale más que mil palabras” pero mil palabras pueden recrear miles de imágenes, solo hay que tener imaginación…
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I definitely agree with you! Whenever I read a book I imagine everything, every little detail, so sometimes I get frustrated when I see the corresponding movie. The worst part is when they get the cast wrong. For example, why would you cast an actor with blue eyes to play Heathcliff in Wuthering Heights? These kind of things drive me mad…
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!La imaginación al poder…!
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