(Perd)Incipit! #5

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Era una gioia appiccare il fuoco.
Era una gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse. Con la punta di rame del tubo fra le mani, con quel grosso pitone che sputava il suo cherosene venefico sul mondo, il sangue gli martellava contro le tempie, e le sue mani diventavano le mani di non si sa quale direttore d’orchestra che suonasse tutte le sinfonie fiammeggianti, incendiarie, per far cadere tutti i cenci e le rovine carbonizzate della storia.

L’incipit di “Fahrenheit 451, romanzo scritto nel 1953 da Ray Bradbury, è un altro esempio di attacco in medias res. Il lettore viene subito catapultato in una realtà alternativa in cui il protagonista, Guy Montag, è un pompiere che invece di domare gli incendi ha il compito di appiccarli. Bersagli di questi roghi programmati sono le case di coloro che, sovversivamente, conservano in casa libri e altri oggetti di carta stampata, poichè all’ottundimento dei megaschermi e degli slogan preferiscono ancora pensare con la propria testa.

La realtà distopica immaginata da Bradbury più di mezzo secolo fa non è poi così lontana da ciò che viviamo oggi; basti pensare al fatto che siamo costantemente circondati da smartphone e tablet, alla televisione che ancora ci propina pupe, secchioni, isole dei famosi e spazzatura sul genere e un numero di lettori che in Italia non supera il 42% della popolazione (per non parlare del fatto che la percentuale di analfabetismo funzionale si attesta intorno al 30% degli italiani, che è poi anche la stessa percentuale di consenso della Lega…).
Questo, oltre al fatto che “Fahrenheit 451” è scritto molto bene, rende il romanzo una lettura assieme godibile e che fa riflettere. Se poi, come la sottoscritta, hai una passione per la narrazione distopica, questo libro devi leggerlo assolutamente!

Hai già letto Fahrenheit 451? Cosa ne pensi?
Ti piace il genere distopico?
Per me è stato amore a prima lettura grazie a “1984” di Orwell…

7 comments on “(Perd)Incipit! #5”

  1. Si mi piace molto il genere distopico, il surreale.. Ho letto libro a scuola ma l ho capito molto dopo rileggendolo.. Cmq secondo me a volte bisognerebbe anche porre l’accento sull’importanza del “in che modo si legge” e non solo dell’importanza del leggere.. Aldous Huxley é venuto prima di Orwell, hai eletto Ritorno al Mondo Nuovo?

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    1. Sono d’accordo, il come si legge è importante tanto quanto il leggere in sé ed è per questo che l’analfabetismo funzionale a cui ho accennato è, almeno per me, ancora più preoccupante dell’analfabetismo in sé per sé.

      Non ho ancora avuto il piacere di leggere Huxley anche se è da molto tempo che è nella lista dei “to read”con “Il mondo nuovo” e “L’isola”. Come sempre una valanga di libri che mi ispirano e non abbastanza tempo per leggerli tutti :/

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      1. Huxley é più visionario.. Secondo me é anche una questione di approccio alle cose e di metodo educativo, penso che far leggere certe cose a dei bambini sia inutile.. ed ero tra i primi della classe.. Io ho in sospeso Vonnegut ma ora opto per la musica o i disegnetti per il tempo libero, ciao!

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  2. io in genere non leggo molti libri, leggo principalmente riviste tecniche, il tempo che ho a disposizione è molto poco fra lavoro e un’intensa vita nel tempo libero, come puoi vedere dal mio blog di viaggi.. 😉
    Buon wek end, trascorrilo al meglio, e buone letture…

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    1. Grazie Max! Questo weekend anche noi siamo in giro per l’Italia, ma io senza libri non riesco a stare… è proprio un qualcosa di viscerale, anche se torno a casa alle 4 del mattino, prima di dormire, le mie 3/4 pagine devo leggerle!

      Auguro un buon fine settimana anche a te! 🙂

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