I diari della quarantena: non andrà TUTTO bene, ma andrà bene così

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Ok, fermiamoci un attimo.
Forse è stato carino, tipo per mezza giornata, vedere tutti i bimbi disegnare arcobaleni e accompagnare il disegno con la scritta “andrà tutto bene”. È passato un mese e mezzo da quando questa storia è iniziata e si è diffusa a macchia d’olio per tutto il Paese e no, giunti all’inizio della fase 2 non è più assolutamente accettabile che ci siano ancora persone adulte che, qualsiasi sia l’argomento di discussione sul tavolo, commentino con un: “Andrà tutto bene”. Perché tutto bene non è andato, non va e non andrà.

Sono partita con il piede sull’acceleratore, lo riconosco, ma lasciami un momento per spiegare.
Il fatto è che questo “andrà tutto bene” mi sembra eccessivamente riduttivo. So che le persone, spesso, cercano solo di fare del bene quando, a un piccolo sfogo o momento di sconforto, rispondono con questa frase banale e avallata dallo storytelling nazionale. Tuttavia, quello che stanno facendo non è aiutare l’interlocutore a sentirsi meglio. Stanno semplicemente non ascoltando, non empatizzando, trincerandosi dietro l’effimera rassicurazione data dall’atteggiamento positivo a tutti i costi.

È difficile da accettare, soprattutto perché la società contemporanea esalta la positività e la gioia e bolla con il marchio dell’infamia la tristezza e la negatività. Essere positivi è sempre uguale a bene, mentre essere negativi è sempre uguale a male. Peccato che non sia così! L’incessante positività non è sempre bene.
Certo, essere negativi non aiuta nessuno e non dico certo che dovremmo crogiolarci in questo stato mentale, però anche forzarsi sempre a essere positivi, a tutti i costi e in ogni singolo secondo, specialmente in un periodo difficile come questo, non mi pare faccia del bene né a sé stessi né tanto meno a chi ci sta intorno.

E non è una gara a chi ha la sfiga più grande. Una cosa che per uno può non essere un problema, per un altro può essere una tragedia, a prescindere dal fatto che ci sono problemi più o meno gravi dovuti al perdurare della pandemia da coronavirus.
Non so se capita anche a te; quando parlo con qualcuno di un problema concreto che posso avere, per quanto piccolo, e mi viene risposto con una frase fatta, vuota e che vuole genericamente incoraggiarmi, specialmente se pronunciata con tono paternalistico, mi pento di aver aperto bocca. Mi sento imbarazzata dal sentimento che ho esternato, a volte quasi come se fossi stata rimproverata per aver detto una cretinata o per aver portato alla luce del sole qualcosa che deve invece stare sotto al tappeto. Il problema sta proprio qui: quando la positività, invece di fare del bene, finisce per farci sentire sminuiti, infastiditi o ci fa pensare due volte prima di dare voce alle nostre difficoltà, è allora che l’atteggiamento ottimistico produce un effetto contrario a quello che vorrebbe generare e diventa un virus ancor più pericoloso.

A volte gli altri possono aver ragione, possiamo aver bisogno di una spintarella per uscire da un vicolo cieco in cui ci siamo cacciati. Altre volte, invece, siamo noi a doverci ricordare che non c’è niente di male nell’essere momentaneamente smarriti e in difficoltà, purché non ci fermiamo davanti all’ostacolo e ci rimbocchiamo le maniche per capire come superarlo. Non c’è niente di male nel non essere sempre ottimisti, nel non trovare il lato positivo di certe situazioni. Come sempre nella vita non andrà TUTTO bene, ma possiamo lavorare per far andare nella giusta direzione quel poco su cui abbiamo un briciolo di controllo.

L’argomento della “toxic positivity” è molto dibattuto e controverso.
Credo che da questo post si evinca chiaramente la mia posizione, ma tu cosa ne pensi?

27 comments on “I diari della quarantena: non andrà TUTTO bene, ma andrà bene così”

  1. beh, per me non è novità, di solito, da sempre, in ogni argomento ho un pensiero del tutto opposto a quello degli altri. Spesso anche non volendo mi capita di dover difendere la mia linea di pensiero contro 5, 6 più persone. Non mi interessa, ne vado fiero. Se qualcuno ti critica per quello che pensi e dici non ti curar ma continua, sei sulla strada giusta, vuol dire che ancora l’informazione di massa non ti ha soggiogato. E’ un vanto

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    1. Non conosco altro modo di vivere; a volte è una faticaccia, ma ho sempre preferito pensare con la mia testa piuttosto che accettare passivamente i pensieri di qualcun’altro. Poi possiamo essere d’accordo o meno, non voglio fare l’anticonformista a tutti i costi.
      Su questa cosa della positività, però, mi pare che al momento coloro che sostengono che anche non esserlo abbia i suoi motivi e la sua validità siano una minoranza. E minoranza sia!

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  2. io in genere sono sempre positivo, in tutto, certi mi invidiano per il mio stato d’animo, per molti in effetti può essere esagerato. Poi certo bisogna cercare d’immedesimarsi con chi abbiamo di fronte, ma sono dell’idea che un pensiero positivo possa aiutare a superare le avversità della vita.
    La situazione attuale è grave, ma a mio parere non è vedendola ancora più nera che migliorerà il nostro domani, almeno un po’ di sana speranza bisogna coltivarla e trasmetterla al prossimo.

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  3. Su questo siamo d’accordo, ma credo sia importante non rispondere con un generico “andrà tutto bene”, “non essere così pessimista”, “dai, vedi il lato positivo” a chi un giorno magari ha raggiunto il suo limite e si sente sconfortato che sia perché ha avuto un lutto, perché è preoccupato per il proprio lavoro o anche solo perché è stufo di non poter vedere gli amici.
    Dalle avversità dobbiamo imparare, la speranza va sempre coltivata e non suggerisco certo di vederla più nera di quello che è; dico solo che, se un giorno ci sentiamo di umore grigio siamo legittimati a sentirci così e non dobbiamo vergognarcene o sentirci sminuiti. Poi domani è un altro giorno e magari vedremo tutto rosa…

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  4. Andrà tutto bene… nel momento in cui siamo sopravvissuti. Poi ci sarà da rimboccarsi le maniche e mettere le mani nel fango (avevo pensato a un’espressione più colorita) e sturare le tubature intasate da anni di noncuranza. Allora, forse, sarà andato tutto bene. 🙂

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  5. Io ho dubbi sull’utilità del tuo approccio. Ok, lo sappiamo tutti che NON andrà tutto bene. Ma io preferisco essere circondato da persone ottimiste e entusiaste che mi ispirino speranza.
    Se al contrario fossero nefaste, pessimiste e disfattiste, questo finirebbe per tirare giù anche me. E allora io, se voglio il bene di chi mi sta attorno cosa posso fare? Forse posso sforzarmi di sorridere. Di ripetere come un mantra che sì, che dai, che ne usciremo presto. Anche a costo di disegnare patetici arcobaleni da mettere sul balcone. Mi passi l’indaco?

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    1. Credo la differenza sia tutta qua, in quello che di diverso io e te abbiamo messo in maiuscolo nella frase “non andrà tutto bene”. Tu hai messo in maiuscolo il NON, la negazione e hai puntato l’accento sul pessimismo e disfattismo. Su questo sono d’accordo con te, essere nefasti non giova a nessuno (e l’ho scritto) e uno sforzo per sorridere va fatto, ma va fatto con la cognizione di causa che non TUTTO andrà bene. La scelta di mettere la parola “tutto” in maiuscolo è per me molto significativa e credo dia un altro senso alla frase, ma forse è così solo nella mia testa. D’altra parte, io e gli assolutismi (tutto/niente, sempre/mai) non andiamo molto d’accordo XD

      PS
      io ti passo l’indaco se tu mi presti il verde!

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  6. A me la frase sembra pessimismo mascherato da positività. Ci fosse una guerra in atto la condividerei come messaggio di pace ma in una situazione in cui le cose vanno male perché la corruzione si mangia i soldi di una sanità che avrebbe scongiurato il dramma ed i tamponi per tenere tutto sotto controllo ed eliminare incertezze e paure non si fanno, questa frase è inappropriata. Per non parlare di alcool e mascherine fino a ieri introvabili. È il mio punto di vista.

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    1. Non lo è davvero, pessimismo mascherato da positività. Volevo solo dire che, quando abbiamo un piccolo momento di sconforto, non è subito necessario che tutti intorno si affrettino a volerlo far sparire liquidando dubbi e paure con un “andrà tutto bene”. A volte io preferirei prima essere ascoltata e capita e poi incoraggiata, e questo è il mio punto di vista.

      Su corruzione e tamponi invece non mi sento esperta per cui fatico ad avere una visione chiara della cosa. Certo è che tutti i tagli fatti negli anni alla sanità non ci hanno certo giovato!

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      1. Se non ci sono posti letto e respiratori a sufficienza ed acqua ossigenata (basta andare in un negozio per rendersene conto) e
        tamponi..bisogna prima agire sulla realtà e risolvere, poi sullo spirito con frasi ed incoraggiamenti per rialzarsi. Ammiro molto la concretezza tedesca nell’affrontare o problemi ,ma sono punti di vista..

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  7. personalmente i buoni resteranno buoni ed il male resterà appiccicato come la colla più forte e duratura…
    basta pensare che le prime 4 persone che ho visto stamattina nella mia città di campagna sono state mamma papà 30enni con figli 3-5 anni circa tutti senza mascherina…
    tra il bene ed il male c’è l’ignoranza.
    L’ignoranza non ha cultura,mentre il bene ed il male si,sta a noi…a me, te decidere da che parte stare… io sto dalla parte della Mondo, del mare,delle montagne, colline, laghi, praterie…Sto con la Natura..

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  8. Trovo davvero molto bello questo articolo! Concordo in pieno su tutto e finalmente sono uscita da quella gabbia “pensa positivo” ad ogni costo! Uno sforzo inutile e dannoso. Le emozioni vanno vissute tutte, ho scritto un articolo a riguardo 🙂 Questo è il motivo principale per cui ho chiamato il mio blog “Il Lato Autentico” 🙂 Davvero complimenti! 🙂

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