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Letture estive 2018 – vol. II

Ed ecco qui gli altri titoli che ho letto negli ultimi tempi con tanto di (s)consigli di lettura.

Cassandra (Christa Wolf) – Il racconto della vita, dall’infanzia al compiersi del suo destino, di colei che era destinata a non essere creduta. Quasi un saggio sui meccanismi inarrestabili della guerra, sulla rovina portata dai giochi di potere, sulla perdita dell’umanità, sul coraggio e sulla solidarietà femminile. Molto interessante ma la lettura non è semplice, forse per la traduzione a tratti confusamente aulica.

Il dio delle piccole cose (Arundhati Roy) – Un libro dal quale non sono riuscita a staccarmi, ogni momento era buono per infilare il naso fra le pagine. Una narrazione che avvince il lettore sin dalle prime pagine per trascinarlo fino all’inevitabile, un non detto costantemente presente, un evento capace di cambiare intere vite. Consigliatissimo!

Scorre la Senna (Fred Vargas) – Un giallo, d’estate, ci sta sempre bene. I tre racconti che compongono questo volumetto sono però trascurabili.

Musica (Yukio Mishima) – Una paziente manipolatrice e uno psicanalista “da manuale” per un’investigazione di un caso di frigidità. “Musica”, per me, è un romanzo strano, che non mi ha convinta fino in fondo. Ciononostante, il libro presenta spunti interessanti ed è scritto bene per cui sono incline a dare a Mishima un’altra possibilità, magari con una delle sue opere più riuscite.

Americanah (Chimamanda Ngozi Adichie) – Questo romanzo tratta tantissimi temi diversi e tutti profondi come la razza (o la sua invenzione), l’immigrazione/emigrazione, la costruzione e/o il plasmarsi di una nuova identità quando si vive in un Paese diverso da quello di origine e, non ultimo, l’amore. Perché sì, alla fine è un romanzo che parla anche d’amore. E, a me, ha fatto venire una gran voglia di cercare su Google i capelli al naturale di Michelle Obama. Leggilo e capirai il perché!

Hai letto qualcuno di questi libri? Ti sono piaciuti?

Letture estive 2018 – vol. I

Ed eccoci con l’ormai immancabile rubrica (senza titolo) dedicata alla carrellata dei libri che ho letto nell’intervallo tra una puff! sparizione e la conseguente puff! riapparizione su questi schermi, con altrettanto immancabili (s)consigli di lettura.

L’opera al nero (Marguerite Yourcenar) – Mi sento quasi in imbarazzo a scriverlo, ma questo libro proprio non lo consiglio. Marguerite Yourcenar sarà anche un mostro sacro, ma il suo stile di scrittura mi ha fatto addormentare sulle pagine più di una volta. Meglio della forma è il contenuto, ma anche questo a tratti decisamente troppo ampolloso per i miei gusti.

Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano (Éric-Emmanuel Schmitt) – Un romanzo breve che scorre leggero, ma che va in profondità. Per questo si rivela una piccola perla!

Le nostre anime di notte (Kent Haruf) – Una storia molto realistica raccontata con uno stile delicato, eppure capace di toccare le corde giuste. Un romanzo che tratta della solitudine, del suo superamento e del bisogno dell’uomo di creare legami in tutte le fasi della vita.

Olive Kitteridge (Elizabeth Strout) – Un romanzo composto tra 13 racconti che hanno come filo conduttore la presenza, più o meno ingombrante, di Olive Kitteridge. 13 fotografie schiette e impietose di vite più o meno ordinarie e quindi, in definitiva, della condizione umana. Questo libro merita di essere letto e non solo perchè ha vinto il Pulitzer nel 2009…

La banda dei brocchi (Jonathan Coe) – Un ritratto dell’Inghilterra anni ’70 sospesa tra questioni sindacali e l’avvento della Thatcher, tra il rock progressivo e la nascita del punk, tra perbenismo e questione irlandese. Il tutto con lo stile di Coe, che a me piace proprio tanto.

Hai già letto qualcuno di questi libri? Li consiglieresti oppure no?

Aggiornamenti libreschi – parte II

Ed ecco qui gli altri titoli che ho letto negli ultimi tempi con tanto di (s)consigli di lettura. Gli ultimi quattro sono libri che sono stati scelti ai gruppi di lettura che frequento perché sì, autunno significa nuovi incontri a base di tisane e discussioni letterarie e nuove scoperte. E non potrei esserne più contenta.

La casa del sonno (Jonathan Coe) – Il libro più bello che ho letto nel 2017, almeno finora. Coinvolgente, tanto da utilizzare ogni secondo libero per infilare il naso tra le pagine. Lo consiglio caldamente!

La ragazza del treno (Paula Hawkins) – Ottimo per staccare la testa prima di riprendere letture più “impegnative”. Le pagine scorrono bene e l’idea che sta alla base della narrazione è interessante, però il libro in sè non mi è sembrato granché.

Colazione da Tiffany (Truman Capote) – Se hai visto il film, dimenticalo. Il libro è sostanzialmente diverso e Truman Capote è Truman Capote.

In fuga (Alice Munro) – Non avevo mai letto niente di Alice Munro e, in generale, non sono una fan dei racconti. Leggere questa raccolta mi ha fatto venire voglia di leggere ancora la Munro che è abilissima a caratterizzare personaggi e contesti nello spazio di una trentina di pagine. Notevole.

Canone inverso (Paolo Maurensig) – La storia di una vita dedicata alla musica può nascondere tanto, oltre agli ovvi sacrifici che servono per diventare il miglior violinista al mondo. Maurensig ha voluto un po’ strafare. Il libro si legge piacevolmente, ma personalmente mi ha deluso nel finale per cui non lo consiglierei.

Mal di pietre (Milena Agus) – Più un racconto che un romanzo, “Mal di pietre” è una piccola perla. Lo stile di scrittura di Milena Agus mi è piaciuto e penso che leggerò altri suoi libri.

Uomini e topi (John Steinbeck) – Dopo mesi di attesa sono finalmente riuscita a mettere le mani su questo libro e l’attesa è stata pienamente ripagata. Una violenza sottile eppure fatale grava sul racconto fin dalle prime righe e istiga il lettore a entrare nel vortice della narrazione, fino alle scene finali. Consigliatissimo.

Se anche tu hai letto uno o più di questi libri, dai, parliamone! 😉