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Le letture di gennaio-febbraio 2023

Complici un paio di lunghi tragitti in autobus e una sala d’attesa dal dottore, nei mesi di gennaio e febbraio sono riuscita a leggere parecchio per i miei attuali standard. Ovviamente, come da tradizione, continuo a saltare di palo in frasca, questa volta anche per location geografica di ambientazione dei romanzi che ho letto. Dunque, senza ulteriori indugi, ti porto con me in giro per il mondo attraverso un piccolo riassunto commentato delle letture che ho affrontato nei mesi di gennaio e febbraio 2023:

I bambini della mezzanotte (Salman Rushdie) – Questo romanzo non è una lettura che scorre via veloce e indolore; non solo perchè si tratta di oltre 600 pagine, ma perché mescola fiction e Storia così abilmente che a volte è difficile riuscire a distinguere dove finisce la prima e inizia la seconda. Con atmosfere che richiamano il premiatissimo Slumdog Millionaire e una generosa dose di realismo magico, che in alcuni passaggi fa proprio venire il mente sua maestà Garcí­a Márquez, Salman Rushdie ripercorre la tormentata storia del suo Paese d’origine, l’India, dal momento della sua dichiarazione di Indipendenza, avvenuta il 15 agosto 1947, e per i successivi trent’anni.

La costola di Adamo (Antonio Manzini) – La seconda indagine del commiss…ehm ehm…vicequestore Rocco Schiavone (la prima a quanto pare è molto difficile da reperire in libreria) è stata una boccata d’aria fresca, forse anche perché non leggo molti gialli. In particolare, più che dall’indagine narrata, sono rimasta affascinata dalla figura del vicequestore che, pur inserendosi nel filone del “poliziotto che non segue le regole”, ha una sua aura tutta particolare. Lettura perfetta se si ha voglia di qualcosa di poco impegnativo, ma pur sempre degno di nota.

Ruggine americana (Philipp Meyer) – Ambientato nel cuore della Mon Valley (Pennsylvania) all’indomani del declino della grande industria siderurgica statunitense, Ruggine americana è un romanzo che, in definitiva, tratta dell’illusorietà del Sogno Americano. Philipp Meyer al suo debutto richiama alla mente grandi autori come McCarthy, Faulkner e Steinbeck e mi ha decisamente lasciato con la voglia di leggere anche il suo secondo romanzo, Il figlio.

Ragazze elettriche (Naomi Alderman) – Premetto subito che questo romanzo mi ha lasciata parecchio perplessa e, onestamente, non ho capito diverse scelte dell’autrice. Tuttavia non è un libro che mi sento di sconsigliare in quanto il suo nocciolo profondo è una spietata critica del potere. Una lettura distopica scomoda, che in più di un’occasione lascia il lettore con le budelle attorcigliate, e la cui risposta all’interrogativo principale (perché le persone abusano del potere?) è qualcosa che non vorremmo ammettere mai. Se lo hai letto, fammi sapere cosa ne pensi: questo libro è ottimo per una discussione da gruppo di lettura.

Un lavoro perfetto (Tsumura Kikuko) – Non finirò mai di sorprendermi della malinconica complessità dell’animo giapponese, ma questa è più una riflessione personale che un commento che ha a che fare strettamente con questo romanzo. In Un lavoro perfetto seguiamo la (anonima) protagonista, reduce da un bell’esaurimento nervoso, nel suo rimettersi in gioco nel mondo del lavoro. Ha un solo mantra, cercare di non farsi coinvolgere; eppure, nello spazio dei 5 lavori narrati da Kikuko Tsumura non potrà fare a meno di trasgredire alla sola regola che si è imposta. A tratti entusiasmante, a tratti quasi piatto e noioso. Talvolta ripetitivo. Qualche volta semplicemente strano. La bellezza di questo libro sta proprio nell’aver ricreato con la narrazione ciò che, qualcuno più e qualcuno meno, può essere un qualsiasi lavoro.

Come sponsorizzato, siamo passati dall’India all’Italia e dagli USA al Giappone… con una bella panoramica mondiale gentilmente offerta da Naomi Alderman.
E tu, cosa hai letto in questi primi mesi del 2023?

I 5+1 libri preferiti da Baby L da 0 a 12 mesi

Alzi la mano chi aveva qualche dubbio sul fatto che, non appena possibile, avrei introdotto mia figlia alla lettura. Nessuno? Ok, non mi stupisce!
Da lettrice accanita una delle prime cose che ho fatto quando la pancia ha iniziato a spuntare sotto i vestiti è stato scegliere quale ripiano della libreria, altezza bambino, dedicare alle prime letture di Baby L e non appena la piccola ha iniziato a seguire gli oggetti con gli occhi ho iniziato a leggere ad alta voce per lei.

Mamma e figlia leggono insieme

Sono orgogliosa di poter scrivere che, complice forse il fatto che sui nostri comodini non mancano mai anche i libri “dei bimbi grandi”, ormai da qualche mese Baby L è entusiasta della sua mini libreria e non passa giorno senza che scelga qualche titolo dal suo scaffale e lo porti a me o al suo papà per farsi leggere le storie o anche solo sfogliare insieme le pagine indicando le figure e ripetendo qualche parolina o verso di animale.

Nei primi 12 mesi però sono stata io a scegliere per lei le letture (fai clic sui titoli per vederle su Amazon) e fra quelle proposte queste sono quelle che Baby L ha mostrato di gradire di più in assoluto:

Bianco e nero (Tana Hoban) 14 immagini, in bianco e nero ad altissimo contrasto, nessun testo. Questo è stato il primo libro di Baby L, a due mesi lo spiegavo completamente e ci “foderavo” le pareti della navicella nella speranza (peraltro vana) di riuscire a distrarla i 5 minuti necessari a fare colazione. Poi pian piano con il passare dei mesi e l’acquisizione di varie abilità motorie ci siamo divertite a sfogliarlo nominando e indicando gli oggetti rappresentati o anche solo ad aprirlo e chiuderlo dal momento che il velcro fa un rumore irresistibile per i più piccoli.

Pimpa e l’orsacchiotto Gigetto (Altan) – Mini formato (10×10 cm), pagine cartonate spesse e molto resistenti (e nonostante questo, dato l’utilizzo sfrenato, la nostra copia ha dovuto fare un pit-stop per rinforzo scotch), disegni coloratissimi e poco testo. Questo librino fa parte di una piccola collana composta da 12 titoli, tutti con protagonista il cane a pois rossi Pimpa, e si trovano a un prezzo veramente accessibile. Nello specifico, “Pimpa e l’orsacchiotto Gigetto”, che io ho preso per caso a scatola chiusa, si è rivelato un ottimo alleato per la routine della nanna perché parla del momento di andare a letto e di come il buio sia un amico con cui addormentarsi e non una cosa di cui avere timore.

Facciamo le facce (AA.VV. – Gribaudo) – 12 pagine, 5 foto di bambini che esprimono ciascuno un’emozione diversa e accanto un piccolo testo di accompagnamento. Perfetto per stimolare il riconoscimento di volti e stati d’animo associati, questo libro ha divertito e interessato Baby L per parecchi mesi, anche grazie alla “sorpresa” contenuta nell’ultima pagina ovvero uno specchio nel quale il bambino può ammirare il suo volto ed esercitarsi a “fare le facce”.

Stella stellina (Antonella Abbatiello e Giovanna Mantegazza) – uno dei classici libri coi buchi editi da La Coccinella. In questo caso, ovviamente, il buco è a forma di stella, ma non è per questo che ho scelto questo libro piuttosto che uno degli altri. L’ho scelto perché il testo, rivisitato da Giovanna Mantegazza, mi ricordava una delle filastrocche della mia infanzia (“Stella stellina, la notte si avvicina. La fiamma traballa, la mucca è nella stalla…”, sfido chiunque a non conoscerla, tra l’altro). Complici le bellissime illustrazioni, il fatto che si può leggere cantando e la presenza del buco in cui infilare le dita, questo libro ha intrattenuto Baby L per diversi mesi, a quarti d’ora alla volta, talvolta senza la presenza incombente di mamma o papà.

Per te vorrei (Amy Rosenthal e Tom Lichtenheld) Il nostro Re delle letture. Insostituibile, meraviglioso, credo gli darò fuoco una volta che Baby L sarà cresciuta. Scherzo (ma neanche troppo)! Per te vorrei è stato il primo libro che abbiamo inserito nella routine della nanna al compimento del quinto mese della bimba (è il libro in foto. E sì, è più di un anno che lo leggiamo invariabilmente ogni sera). Testo dolcissimo, illustrazioni bellissime, in realtà l’età di lettura consigliata è dai 3 anni in su (probabilmente anche per via del fatto che le pagine non sono cartonate), ma insomma, non mi pare il caso di essere fiscali e, anzi, grazie alla ripetizione sera dopo sera, è stato grazie a questo libro che Baby L ha imparato a soffiare, a dire “bau bau” e “bimbi” quando vede, rispettivamente dei cani e dei bambini.

BONUS BOOK: questo articolo è già andato per le lunghe, ma non posso non citare “Trascina e scopri: il mare” edito da Edizioni Usborne. Si tratta di un libro con inserti mobili, facili da far scorrere, e non è tanto da leggere quanto da esplorare toccandolo. Perché è finito in questa lista? Signore e signori, questo libro dai disegni vibranti ha permesso a me e il mio compagno di cenare assieme più e più (e più) volte senza dover fare i buffoni per intrattenere la creatura. Se non è una manna dal cielo questa…

Tu leggi o hai letto al tuo bambino?
Hai qualche titolo incantatore da consigliare anche per i mesi a venire?

I 5 libri che ho più amato leggere nel 2022

Ce lo siamo appena detti, avere un bambino piccolo in casa comporta avere pochissimo tempo per sè stessi. I miei primi mesi da mamma sono stati un tale vortice che credo di aver fallito anche nel semplice obiettivo di mantenere una parvenza di decoro personale: roba tipo capelli puliti e calzini non spaiati, per intenderci. Non stupirti dunque se ti dico che, nei primi sei mesi di vita di BabyL non sono riuscita a leggere praticamente nulla. Una lo sa prima che dovrà fare dei sacrifici e tutto, ma non riuscire neanche a leggere due pagine per mancanza di tempo o, forse soprattutto, di lucidità mentale mi faceva sentire ancora più alla deriva di quanto non fossi realmente.

Ed ecco quindi che con l’arrivo del 2022 mi sono fatta una promessa: non importa se anche solo 5 minuti al giorno, voglio ricominciare a leggere per me stessa. Non le riviste di pediatria, non i manuali sul sonno dei bambini né quelli sullo svezzamento, ma delle storie che mi facciano evadere e sognare, che mi arricchiscano e mi sorprendano. Detto, fatto: alla fine sono riuscita a completare la lettura di ben 23 libri, 3 in più rispetto ai 20 che avevo indicato come obiettivo per la classica annuale Goodreads reading challenge. Tra tutti, questi sono quelli che ho più amato e che quindi non posso non consigliarti:

I ragazzi della Nickel (Colson Whitehead) – Ho iniziato lo scorso anno col botto! Con uno stile di scrittura diretto e privo di fronzoli, una premessa ancora attuale benché il romanzo si svolga negli anni ’60, una storia inventata ma largamente ispirata a luoghi e fatti purtroppo realmente accaduti e, ciliegina sulla torta, un colpo di scena nascosto in bella vista, “I ragazzi della Nickel” non è un libro che si dimentica tanto facilmente.

Il problema Spinoza (Irvin D. Yalom) – Come mai nella Germania antisemita del Novecento ci fu una vera e propria ondata di ossessione per le opere del filosofo ebreo Baruch Spinoza, vissuto nel Seicento? Cercando di indagare questa stranezza storica, Yalom getta luce tanto sulla vita tutt’altro che ordinaria di Spinoza quanto su quella, ahimé più distruttiva, di Alfred Rosenberg, ideologo del Partito Nazista.

Tornare a casa (Dörte Hansen) – C’è una sorta di magia che emana dalle pagine di questo romanzo. Un qualcosa che non si riesce a spiegare bene, che ci mette anche un po’ a fare effetto, ma che nel momento in cui ti cattura ti ammalia tanto da sperare che le pagine del libro non finiscano mai. Dörte Hansen riesce a far rivivere un passato, un mondo rurale ormai perduto e, contemporaneamente, a presentare un presente forse un po’ malinconico, ma pieno di ironia, calore e voglia di cambiamento.

Non dimenticare chi sei (Yaa Gyasi) – Dal continente nero al Nuovo Mondo, due sorelle, la storia di due destini che si incroceranno solo fugacemente, ma che hanno origine nella stessa “notte di fuoco”. Con grande maestria Yaa Gyasi imbastisce una storia sulle innumerevoli strade che il fato può percorrere e sull’importanza di conoscere le proprie radici perché è solo a partire da esse che possiamo costruire il nostro futuro.

Il treno dei bambini (Viola Ardone) – Con questo romanzo Viola Ardone soffia via la polvere da una pagina di Storia dimenticata, forse mai inserita nei libri di testo scolastici, e che invece merita di essere esplorata per le implicazioni sociali che ha sicuramente avuto. Geniale la scelta di affidare al protagonista di 7 anni il ruolo di io narrante che, con il suo candore, riesce a mitigare la durezza e il dolore che questo libro porta con sé.

Ci sono libri che hai letto nel 2022 e che vorresti consigliare?
Ho deciso di alzare il tiro a 24 libri per la mia reading challenge 2023 quindi si accettano suggerimenti. E tu, hai un obiettivo libresco per quest’anno appena iniziato?

PS – un piccolo aneddoto che forse ti farà sorridere.
Quando si dice essere sulla stessa lunghezza d’onda… pur non sapendo di cosa parlasse, ma subodorandone la grandezza, al momento di scartare i regali di Natale io e il mio compagno ci siamo entrambi ritrovati in mano “I ragazzi della Nickel”. Due secondi di sgomento, uno scambio di sguardi eloquente e una grandissima risata. Inutile dire quanto lo scorso anno ci siamo punzecchiati per tutto dicembre cercando di evitare una seconda volta lo stesso mishap.