Ce lo siamo appena detti, avere un bambino piccolo in casa comporta avere pochissimo tempo per sè stessi. I miei primi mesi da mamma sono stati un tale vortice che credo di aver fallito anche nel semplice obiettivo di mantenere una parvenza di decoro personale: roba tipo capelli puliti e calzini non spaiati, per intenderci. Non stupirti dunque se ti dico che, nei primi sei mesi di vita di BabyL non sono riuscita a leggere praticamente nulla. Una lo sa prima che dovrà fare dei sacrifici e tutto, ma non riuscire neanche a leggere due pagine per mancanza di tempo o, forse soprattutto, di lucidità mentale mi faceva sentire ancora più alla deriva di quanto non fossi realmente.
Ed ecco quindi che con l’arrivo del 2022 mi sono fatta una promessa: non importa se anche solo 5 minuti al giorno, voglio ricominciare a leggere per me stessa. Non le riviste di pediatria, non i manuali sul sonno dei bambini né quelli sullo svezzamento, ma delle storie che mi facciano evadere e sognare, che mi arricchiscano e mi sorprendano. Detto, fatto: alla fine sono riuscita a completare la lettura di ben 23 libri, 3 in più rispetto ai 20 che avevo indicato come obiettivo per la classica annuale Goodreads reading challenge. Tra tutti, questi sono quelli che ho più amato e che quindi non posso non consigliarti:
I ragazzi della Nickel (Colson Whitehead) – Ho iniziato lo scorso anno col botto! Con uno stile di scrittura diretto e privo di fronzoli, una premessa ancora attuale benché il romanzo si svolga negli anni ’60, una storia inventata ma largamente ispirata a luoghi e fatti purtroppo realmente accaduti e, ciliegina sulla torta, un colpo di scena nascosto in bella vista, “I ragazzi della Nickel” non è un libro che si dimentica tanto facilmente.
Il problema Spinoza (Irvin D. Yalom) – Come mai nella Germania antisemita del Novecento ci fu una vera e propria ondata di ossessione per le opere del filosofo ebreo Baruch Spinoza, vissuto nel Seicento? Cercando di indagare questa stranezza storica, Yalom getta luce tanto sulla vita tutt’altro che ordinaria di Spinoza quanto su quella, ahimé più distruttiva, di Alfred Rosenberg, ideologo del Partito Nazista.
Tornare a casa (Dörte Hansen) – C’è una sorta di magia che emana dalle pagine di questo romanzo. Un qualcosa che non si riesce a spiegare bene, che ci mette anche un po’ a fare effetto, ma che nel momento in cui ti cattura ti ammalia tanto da sperare che le pagine del libro non finiscano mai. Dörte Hansen riesce a far rivivere un passato, un mondo rurale ormai perduto e, contemporaneamente, a presentare un presente forse un po’ malinconico, ma pieno di ironia, calore e voglia di cambiamento.
Non dimenticare chi sei (Yaa Gyasi) – Dal continente nero al Nuovo Mondo, due sorelle, la storia di due destini che si incroceranno solo fugacemente, ma che hanno origine nella stessa “notte di fuoco”. Con grande maestria Yaa Gyasi imbastisce una storia sulle innumerevoli strade che il fato può percorrere e sull’importanza di conoscere le proprie radici perché è solo a partire da esse che possiamo costruire il nostro futuro.
Il treno dei bambini (Viola Ardone) – Con questo romanzo Viola Ardone soffia via la polvere da una pagina di Storia dimenticata, forse mai inserita nei libri di testo scolastici, e che invece merita di essere esplorata per le implicazioni sociali che ha sicuramente avuto. Geniale la scelta di affidare al protagonista di 7 anni il ruolo di io narrante che, con il suo candore, riesce a mitigare la durezza e il dolore che questo libro porta con sé.
Ci sono libri che hai letto nel 2022 e che vorresti consigliare?
Ho deciso di alzare il tiro a 24 libri per la mia reading challenge 2023 quindi si accettano suggerimenti. E tu, hai un obiettivo libresco per quest’anno appena iniziato?
PS – un piccolo aneddoto che forse ti farà sorridere.
Quando si dice essere sulla stessa lunghezza d’onda… pur non sapendo di cosa parlasse, ma subodorandone la grandezza, al momento di scartare i regali di Natale io e il mio compagno ci siamo entrambi ritrovati in mano “I ragazzi della Nickel”. Due secondi di sgomento, uno scambio di sguardi eloquente e una grandissima risata. Inutile dire quanto lo scorso anno ci siamo punzecchiati per tutto dicembre cercando di evitare una seconda volta lo stesso mishap.