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A Natale puoooi… regalare un tesoro di carta

C’è chi ha letto il titolo del post cantando e chi mente.
Bischerata a parte, considerando che ormai Natale è a un tiro di schioppo, è giunta l’ora di iniziare a pensare ai regali per amici e parenti. Non so te, ma trovare qualcosa di nuovo anno dopo anno dopo anno, a volte, è veramente difficile ed ecco perché quando si è a corto di idee e non si punta tutto su “l’estetica” qualche buon libro può essere la soluzione ai tuoi dilemmi.

Certi libri costituiscono un tesoro, un fondamento; letti una volta, vi serviranno per il resto della vita.
Ezra Pound

Personalmente, amo molto regalare romanzi perché, come ormai saprai, credo fortemente nel potere che le storie inventate hanno di farci scoprire o di riflettere piccole parti di noi stessi. E sempre personalmente, amo regalare libri non solo ai lettori sfegatati (che, ammettiamolo, ci pensano già da soli), ma a chi magari non legge tanto e vorrebbe farlo di più. In generale, finisco sempre per scegliere qualcosa che mi è davvero piaciuto, magari cercando di incrociarlo con le preferenze (o presunte tali) di chi riceverà il dono. Tanto per capirci, ecco un po’ di idee per questo Natale:

Cecità di José Saramago ovvero un mondo alternativo.
Cosa succederebbe se, di colpo, tutta la popolazione di un Paese diventasse cieca? Saramago è abilissimo nel dipingere universi alternativi e a svelare con questo mezzo le verità del nostro mondo.

Middlesex di Jeffrey Eugenides ovvero la saga familiare.
Come ogni buona saga familiare, Middlesex riesce a intrecciare la storia della famiglia Stephanides con la Storia. Ma questo romanzo è molto di più e tratta un tema attualissimo che riguarda tutti noi: l’identità personale.

La vita davanti a sè di Romain Gary ovvero l’attualità.
Capiamoci, questo romanzo ha più di 40 anni, ma per le tematiche che tratta è ancora attualissimo. Semplice nel linguaggio, intenso nei contenuti, è un libro capace di far riflettere il lettore sulle cose della vita.

Stoner di John Williams ovvero il racconto di una vita.
Un romanzo che racconta l’ordinaria vita dell’ordinario professore William Stoner. Un libro davvero straordinario che ti fa capire quanto anche la più statica e normale delle vite sia in realtà tanto, tanto bella.

Trilogia della città di K di Agota Kristof ovvero il pugno allo stomaco.
Tre brevi romanzi crudi, disincantati e alienanti da regalare all’amico con uno stomaco forte, cui piace lambiccarsi il cervello con teorie e ipotesi, che non si spaventa di fronte a una matassa intricata di realtà e finzione.

A volte ritorno di John Niven ovvero lo humor intelligente.
Una premessa divertente ed estremamente interessante, uno stile di scrittura irriverente e un contenuto che, a ben vedere, è più che serio. Forse non adatto ai cristiani credenti più ferventi.

Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut ovvero la Storia come non te l’aspetti
Come si fa a parlare della Seconda Guerra Mondiale utilizzando elementi tipici della fantascienza? Ecco, la risposta è esattamente “Mattatoio n. 5”. Leggerlo per credere che il matrimonio fra le due cose è assolutamente possibile.

Lolita di Vladimir Nabokov ovvero un classico della letteratura
La trama di questo romanzo è probabilmente nota anche ai sassi, ma è solo leggendolo che si potrà assistere, increduli, al grande gioco di prestigio che Nabokov è stato in grado di compiere sotto gli occhi di intere generazioni di lettori.

La visita della vecchia signora di Friedrich Dürrenmatt ovvero un dramma grottesco
Scritto in atti nello stile delle sceneggiature teatrali, questo libro, che tratta i temi sociali di giustizia e vendetta, riesce a catturare il lettore sin dalla prime battute e a tenerlo incollato alle pagine sino alla parola “fine”.

Naturalmente sono solo alcuni esempi, e ne trovi tanti altri spulciando la categoria “Letture e dintorni“, ma i titoli che ho passato brevemente in rassegna qui sono anche quelli delle storie che ho più amato leggere negli ultimi anni e che per me costituiscono davvero dei tesori di carta. Spero sempre, regalandoli, di condividere questo tesoro con qualcun’altro!

E a te piace regalare e/o ricevere libri in dono? Come scegli i titoli da mettere sotto l’albero?

(Perd)Incipit! #4

La mattina che si uccise anche l’ultima figlia dei Lisbon (stavolta toccava a Mary: sonniferi, come Therese) i due infermieri del pronto soccorso entrarono in casa sapendo con esattezza dove si trovavano il cassetto dei coltelli, il forno a gas e la trave del seminterrato a cui si poteva annodare una corda. Scesero dall’ambulanza, con quella che come al solito ci sembrò una lentezza esasperante, e il più grasso disse sottovoce: “Mica siamo in TV, gente: più presto di così non si può”. Stava spingendo a fatica le apparecchiature per la rianimazione accanto ai cespugli cresciuti a dismisura, sul prato incolto che tredici mesi prima, all’inizio di quella brutta storia, era perfettamente curato.

Sì, hai indovinato!
Questo è l’incipit de “Le vergini suicide”, romanzo d’esordio dello scrittore americano Jeffrey Eugenides, portato sul grande schermo da Sofia Coppola. Un (Perd)Incipit! che svela fin da subito “come va a finire la storia”, per poi tornare con un flashback all’inizio di quella che diventerà la tragica vicenda della famiglia Lisbon. Nonostante si sappia fin dalle primissime righe dove andrà a parare, questo romanzo, grazie alla sua intensità e brutalità, riesce a incollare gli occhi del lettore sulle pagine, portandolo a interrogarsi sul perché accade ciò che sta leggendo.

Se vuoi saperne di più, su questo blog trovi anche la recensione de “Le vergini suicide”.

Hai letto il libro o visto il film? Quale versione hai preferito?
Per me non c’è assolutamente paragone: libro tutta la vita!

Le mie letture di giugno-luglio 2019

Con la fine della stagione 2018-2019 dei gruppi di lettura mi sono dedicata alla lettura di romanzi che ho scelto per me e che, lo dico subito, mi sono tutti piaciuti. Diversissimi fra loro per tematiche e stili narrativi, ecco i libri che ho letto tra giugno e luglio 2019:

Le braci (Sandor Marai) – In medias res. Parte così questo romanzo scritto splendidamente che fa riflettere sulla natura umana e le relazioni che gli uomini costruiscono, sulla vita e la morte, sull’esistenza in generale: “Alle domande più importanti si finisce sempre per rispondere con l’intera esistenza”. Fin da subito il lettore sente salire una tensione destinata a non sciogliersi mai e a culminare nei capitoli finali che altro non sono che un lungo monologo del protagonista.

Pane, cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs (Fannie Flagg) – Arrivata a luglio ho sentito il bisogno di leggere un libro leggero prima di riprendere con letture più impegnative. Fannie Flagg soddisfa pienamente le mie aspettative. Questo romanzo non è all’altezza di “Pomodori Verdi Fritti”, ma si lascia divorare tranquillamente. Perfetto per le giornate afose.

La trama del matrimonio (Jeffrey Eugenides) – Non certo il miglior romanzo di Eugenides, eppure anche “La trama del matrimonio” avviluppa il lettore fra le sue pagine e, immediatamente, nel triangolo amoroso che si prefigura sin dai primi capitoli, ma che non è poi il focus centrale del libro. Consiglierei di leggerlo in un periodo più autunnale.

La famiglia Winshaw (Jonathan Coe) – Con questo romanzo Coe si conferma alla grande tra i miei scrittori preferiti. Non c’è che dire, bisogna essere davvero bravi per confezionare un libro ricco di contenuti socio-politici, interessante e avvincente e, soprattutto, dove nemmeno uno dei protagonisti è un personaggio positivo. Da leggere assolutamente!


E tu, cosa hai letto nella prima metà di questa estate?