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Cinquantotto secondi

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Le importava ben poco che quello fosse il ritratto del violoncellista, la cosa più probabile è che le addotte somiglianze, tanto le effettive quanto le immaginate, se le fosse costruite lui stesso nella sua testa, quello che impressionava la morte era il fatto che le era parso di sentire in quei cinquantotto secondi di musica una trasposizione ritmica e melodica di ogni e qualsivoglia vita umana, normale o straordinaria, per la sua tragica brevità, per la sua intensità disperata, e anche per via di quell’accordo finale che era come un punto di sospensione lasciato nell’aria, nel vago, da qualche parte, come se, irrimediabilmente, fosse rimasto ancora qualcosa da dire.

Le intermittenze della morte, Josè Saramago

 

Le intermittenze della morte

Le intermittenze della morte è il primo libro di Josè Saramago che ho letto; è stato un colpo di fulmine, perciò sicuramente non sarà l’ultimo. intermittenze-morte-coverSe già conosci Saramago, credo che ti riconoscerai in quanto sto per dire, mentre se non lo conosci, tieni in considerazione questa avvertenza: la scrittura di Saramago non è facile. Anzi, all’inizio è proprio dura da digerire. Le prime 30 pagine di questo romanzo sono state tutte in salita, ma sono estremamente contenta di avere insistito perché, una volta che ti sei abituato alla pressoché totale assenza di punteggiatura – eccezion fatta per le virgole – e alle complesse frasi lunghe mezza pagina, ti si apre un mondo ricco di fantasia, conoscenza, ironia e satira. Sì, magari capita di dover tornare indietro e rileggere certe frasi, ma ne vale assolutamente la pena.

Entrando nel merito di questo libro, l’impressione che ho avuto è che in realtà sono due libri in uno. A essere particolarmente intrigante è il postulato iniziale. Una domanda che apre uno scenario surreale, un mondo di possibilità: “cosa succederebbe se?”. Nella fattispecie, “cosa succederebbe se, un giorno, la morte non esistesse più?”. Già solo per aver avuto una idea simile, io a Saramago faccio un inchino. Quando poi, nel corso della prima parte del libro, snocciola una puntuale analisi socio-antropologica, illuminando tutte le problematiche di questo nuovo mondo, mi prostro completamente. La seconda parte del libro è invece focalizzata su un caso particolare ed è molto più poetica e romantica, nel senso culturale del termine. Non aggiungo altro per evitare di passare dall’invito alla lettura agli spoiler.

Una volta chiuso il libro (e avendo sbirciato altre sinossi) ho capito perché Saramago abbia vinto il premio Nobel. È per questo che, pur essendo un autore particolare, mi sento di consigliarti di inserire almeno uno dei suoi romanzi nella tua lista dei libri “DA LEGGERE”.