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Volere è potere

Mai fidarti delle apparenze.
Il mondo che si trova al di là del vetro potrebbe arrivarti deformato. Le pareti della scatola le ha partorite la tua mente e il loro nome comincia sempre per NON.
NON posso.
NON ce la farò mai.
NON dipende da me, la più estesa di tutte. Ma, se guardi in alto, troverai la quarta, che si chiama
NON ci credere. […]
Le pareti del NON sembrano infrangibili, eppure basta che tu decida di oltrepassarle perché si sbriciolino. Non hai altri limiti di quelli che ti sei posto da solo.

L’ultima riga delle favole, Massimo Gramellini

Il primo passo

Il primo passo è sempre il più difficile.
Stare fermi impone una certa staticità, una roba da prurito, ma la staticità è in qualche modo sicurezza. Per fare un passo, innanzitutto, occorre stabilire in quale direzione allungare la gamba e non sempre è così facile stabilire dove andare. Già solo questa prima fase è così spaventosa che, talvolta, è sufficiente per portare alla rinuncia.

Altre volte sai in che direzione muoverti, ma tra il dire e il fare, come si sa, c’è in mezzo il mare. Non so se ti è mai capitato, ma è come quando vuoi colmare una distanza con un salto e non sei sicuro di avere lo slancio necessario nelle gambe. Allora, stai lì e ti concentri. Visualizzi il punto di arrivo e ti concentri. Il tuo cervello cerca di inviare un segnale agli arti inferiori, tanto che senti un debole impulso percorrere il tuo corpo. Subito frenato. Neanche ti stacchi dal tuo blocco di partenza e ricomincia tutto da capo. Poi ti stanchi e abbandoni, rinvii il momento a data da destinarsi. E succede perché, come dice Gramellini:

Se vuoi fare un passo avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo.

Perdere l’equilibrio fa paura. Presuppone momenti d’incertezza e caos e insicurezza.
Bisogna mettere da parte tutto questo per vedere la bellezza di quello che potresti ottenere sbilanciandoti.
E poi, semplicemente, fare quel passo. Il primo passo.

La corda dei sentimenti

Accadde Oggi = simpatica funzione di Facebook che ti rinfaccia tutte le possibili minchiate che hai sparato negli ultimi 7/8 anni.
Ogni tanto, però, fa riemergere piccole perle. Nello specifico, oggi mi ha ripescato questa intervista che credo meriti di essere condivisa nuovamente e mi fa tornare in mente che quel libro devo ancora leggerlo. Accidenti!

Quando noi subiamo un dolore tendiamo a staccare la corda dei sentimenti, perché abbiamo l’illusione che così smetteremo di soffrire. Ma a quel punto facciamo un’incredibile scoperta, che quella corda era anche la corda dell’amore. La corda è una sola. Quando tu la stacchi non provi più niente; non soffri, ma non ami neanche più.

Quindi qual è il gesto più coraggioso che un essere umano può fare? Riattaccare la corda. Accettando quindi il dolore, perché attaccandola vibrerà anche per il dolore. Ma, per amore, accettare di riattaccare la corda del dolore.

Quando un essere umano fa questa cosa, è un uomo.

Massimo Gramellini a Le invasioni Barbariche, 6 febbraio 2013