Tag: teorie del complotto

Di teorie della cospirazione e dintorni

Lo dico subito: questo post non sarà politicamente corretto, non darà un colpo al cerchio e uno alla botte, ma rispecchierà unicamente il mio pensiero sull’argomento introdotto nel titolo.

La pandemia da Covid-19 ha esacerbato quella che, secondo me, è una delle piaghe moderne, ovvero il complottismo, quel fiorire di teorie astruse e non verificabili sugli eventi sociali, politici o naturali di grande portata. E figuriamoci se una pandemia poteva non essere terreno fertile per il moltiplicarsi di pensieri “alternativi”, molto spesso paranoici. Tanto per fare qualche esempio, nel corso di questi difficili mesi, la colpa della pandemia è stata attribuita, tra gli altri, a Greta Thunberg, che ha cospirato per ucciderci tutti visto che maltrattiamo la Terra, il virus in realtà non esiste (cosa vuoi che siano 3 milioni di morti?), nel vaccino ci sono embrioni abortiti e Bill Gates, con l’aiuto del demonizzato 5G, finirà per dominare il mondo poiché è tutta una manovra per iniettarci non so quali microchip che ci ridurranno a un esercito di robo-schiavi.

Girovagando su Internet è piuttosto facile imbattersi in video che cercano di confutare tali teorie e, soprattutto, in commenti allucinanti sotto innocue notizie che si limitano a riportare i fatti del giorno. Farebbero ridere se non fosse tragico il fatto che chi crede a queste idiozie è così convinto da respingere qualsiasi altra visione del mondo, magari un filino più logica, e soprattutto da cercare di convincere anche te. A prescindere da quale sia la teoria sposata, infatti, c’è un elemento comune a tutti i complottisti: cercano di “liberarti”, di sollevare il velo che ti offusca la mente, di condurti alla verità, senza prendere minimamente in considerazione il fatto che potrebbero essere loro ad avere la visione offuscata.

Il loro è un modo di comunicare a senso unico: tu devi starli ad ascoltare perché loro sanno, mentre tu sei ignorante. Ti fanno già un gran favore a spiegarti il mondo che non è che debbano rendersi disponibili anche ad ascoltare un punto di vista diverso. E proprio questo, personalmente, mi rende impossibile comprendere queste persone; a me piace il confronto, ascoltare opinioni anche opposte a ciò che penso purché il dialogo che si instaura sia sensato. Il problema è che con queste persone non è possibile discutere: loro hanno ragione mentre te sei solo un poveraccio a cui le scie chimiche hanno fatto il lavaggio del cervello. Loro sono custodi della Verità, tu sei un miserabile gaglioffo che crede a tutto ciò che i poteri forti gli dicono. Poco importa se le loro sono soltanto elucubrazioni fantasiose che manco un Philip K. Dick strafatto di crack sarebbe in grado di tirare fuori: la scienza è corrotta e pertanto non conta nulla, i fatti nudi e crudi semplicemente non esistono.

Mi sono chiesta, a più riprese, cosa scatta nella testa delle persone, cosa le spinge a diventare complottiste, a credere a una visione del mondo artificiosamente creata per un uso e consumo pericolosamente distorto, e la risposta che riesco a darmi è una soltanto: queste persone cercano disperatamente di avere una sorta di dominio controllato sulla loro vita, cosa che, in realtà, non è possibile avere. Poiché, per quanto prive di fondamento, queste teorie sembrano sempre offrire una spiegazione, fatta di cause ed effetti, a eventi difficili da comprendere, riescono a dare la falsa sensazione di poter controllare in qualche modo l’effetto che l’evento stesso avrà sulla propria vita. Per qualcuno, evidentemente, è più semplice finire a credere ciecamente all’assurdo piuttosto che ammettere che ciò che accade in una vita è in larga misura fuori dal nostro controllo. Che è poi esattamente ciò che la simpaticissima pandemia che stiamo vivendo non fa che ricordarci giorno dopo giorno dopo giorno.

Ci sono altre spiegazioni possibili al dilagare di teorie della cospirazione e dintorni?
Sei mai riuscito ad avere un vero confronto con un sostenitore di teorie del complotto?

La vita ai tempi del coronavirus

Questo non è un post serio. Lo dichiaro subito: se cercate informazioni sulla situazione qui non le troverete.
Questo post altro non è che un elenco poco serio di pensieri, riportati in ordine sparso, che ho fatto nelle ultime due settimane perché vivere ai tempi del cosiddetto coronavirus (tra l’altro in una delle regioni italiane maggiormente colpite) significa assistere, scoprire e sopportare una serie di cose che manco Dalì in uno dei suoi trip da surrealista. Ad esempio significa:

  • dubitare seriamente della base del sistema scolastico italiano perché, se abbiamo bisogno che la d’Urso ci insegni a lavarci le mani allora c’è palesemente qualcosa che non va negli asili nidi e nelle scuole materne;
  • accorgersi di quante insospettabili persone siano in realtà ipocondriache, più o meno ai limiti del patologico;
  • non poter uscire per andare al cinema, a teatro o a kung fu, ma poter lo stesso prendere i mezzi perché a lavoro ci si deve andare comunque. Io sono assolutamente pro a perché la vita vada avanti e il Paese non si blocchi, ma se posso, e anzi devo, uscire per andare a lavorare allora voglio poter uscire anche per svagarmi;
  • restare a bocca aperta di fronte al fatto che i supermercati sono stati svaligiati per davvero. Signori, avete visto troppi film catastrofici. Non è Resident Evil, ripeto: non è Resident Evil. E vi voglio vedere a consumare i 20 chili di farina a testa che avete comprato prima che facciano le farfalline!
  • accorgersi quindi di quanto Saramago c’abbia azzeccato sul comportamento umano quando ha scritto “Cecità“;
  • sempre per la serie “troppi film catastrofici”, vivere ai tempi del coronavirus significa anche sentire le teorie complottistiche più disparate: “È stato il governo cinese!”, “Sono state le case farmaceutiche, quelle zozze!”, “Figurati se non hanno un vaccino, ma prima di darcelo ci usano per fare degli esperimenti”, “È stata Greta Thunberg che ci vuole vedere tutti morti perché maltrattiamo il Pianeta” e così via…
  • per arrivare ai brillanti e originali che alla fine sentenziano: “Comunque è giusto così, dobbiamo estinguerci tutti e basta”. Adesso, seriamente, non vi pare di esagerare un pochino? Cioè, magari basterebbe ripristinare quel minimo di selezione naturale che ha fatto sì che finora non sia poi andato sempre tutto così storto, no?
  • ricordarsi improvvisamente del professore di massmediologia che una decina di anni fa ti spiegava la definizione di “agenda setting”. E permettetemi di dire a tutti i giornalisti (da persona che un tempo ha accarezzato l’idea di diventare giornalista): c’avete rotto (il cosa ve lo lascio immaginare)! Qualcuno se lo ricorda che il 29 marzo siamo chiamati a votare il referendum sul taglio del numero dei parlamentari? Che, come dire, è una cosa che in termini di effetti sul lungo periodo ha certamente una ricaduta maggiore di un virus influenzale, a meno che non si continui a diffondere il panico e a quel punto ci giochiamo del tutto anche l’economia…
  • vedere gente che cambia corsia al supermercato, fuggendo a gambe levate, solo perché uno sta tossicchiando, non importa se accade perché gli è andato di traverso un assaggio di mortadella;
  • andando strettamente sul personale, significa rimandare la gita prevista per metà mese al Parco Sigurtà, che si trova esattamente a metà strada tra Codogno e Vo’ Euganeo, perché un conto è essere fatalisti, un altro è essere incoscienti. E sperare che per fine aprile sia tutto finito perché in tasca ci sono già i biglietti aerei per Berlino;
  • spanciarsi dalle risate all’ennesimo meme esilarante perché, diciamolo, l’unica cosa buona che sta uscendo da tutta questa storia è la carrellata di battute e vignette che stiamo producendo. Se non siamo ipocondriaci, siamo dei goliardi.
E tu di che squadra fai parte, ipocondriaci o goliardi?
Hai sentito qualche teoria del complotto degna di essere condivisa? Vai, spara nei commenti!