È un discorso che ciclicamente ritorna in ballo nella mia vita: non so affrontare bene i cambiamenti. Dopo anni uno dovrebbe averlo interiorizzato questo concetto, dovrebbe saperlo anche perché ci è già passato, eppure io continuo a fare fatica quando inizio a intravedere dei cambiamenti all’orizzonte. Fatica di Ercole specialmente per quanto riguarda il primo passo che dà il via a nuove esperienze. Certo, il passo più difficile è proprio il primo, quando sei ancora pieno di dubbi perchè una quota di rischio è sempre implicata in tutte le cose e non sai cosa ti porterà il cambiamento. Le strade della vita, poi, sono così lunghe e tortuose che neanche scorgi cosa c’è dopo la prima curva.
Allora ti fermi, cerchi di risolvere i dubbi. Stai lì a pensarci e ripensarci e più ci pensi, meno ti dai una mossa. Inizia a venirti paura e non sei più solo fermo, ma proprio paralizzato nel vortice dei tuoi dubbi. Perché puoi stare sicuro che i dubbi difficilmente danno risposte, ma sicuramente producono altri dubbi.
Ed è qui che devi trovare di nuovo la forza di cambiare modo di pensare. Anzi, devi passare dal pensare al fare, mettendoci tutto te stesso, perché solo il fare, in modo misterioso e un po’ magico, può dare risposte ai tuoi interrogativi. L’azione non si svolge mai come la immagini nella tua testa e ti permette di sgombrare il campo da paure infondate, scenari che non si concretizzeranno mai, fantasie surreali e astruse. Certo, la realtà ci porrà poi i suoi ostacoli, ma alle cose concrete si può trovare una soluzione facendo.
E anche quando siamo terrorizzati l’importante è ricordarsi che ciascuno di noi è le sue azioni, non i suoi pensieri o le sue intenzioni. Bisogna aggrapparsi a questo: ciò che alla fine lascia il segno è ciò che fai, non ciò che hai pensato, che avevi intenzione di fare o che hai pensato di aver intenzione di fare.
Vero
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ho riletto 3 volte. cercavo quel “qualcosa” che non tornava. non riesco a identificarmi nel “siamo le nostre azioni”. siamo il perché delle nostre azioni (dio gioca a dadi, e ci si diverte pure)
non ricordo ciò che mi è stato fatto né ciò che ho fatto, ricordo come mi sono sentito. siamo la convinzione e l’amore che mettiamo in ciò che facciamo. (ne sono sicuro, credo) 🙂
però, forse hai ragione. non lo so. elucubro. ma essere ciò che facciamo mi suona limitante.
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Adesso mi metto a elucubrare con te.
Al ciò che facciamo nel mondo esterno concorre sicuramente tutto ciò che siamo e sentiamo nel nostro mondo interiore. Per cui credo di afferare quando dici che siamo anche il perchè delle nostre azioni.
Solo che quando sei molto confuso e non sai bene come ti senti o hai paura di quello che senti (e a me purtroppo capita ù.ù) è il quello che alla fine fai, superando resistenze e momenti di vero panico e smarrimento, che ti dice dove sta la tua bussola interiore. O almeno, a me pare che sia così 😉
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non ho messo in dubbio le tue opinioni, non mi permetterei mai, sono tue, quindi giuste e insindacabili. ho cercato di entrare in empatia con il tuo post e ti ho restituito quello che è emerso. forse – e non è una soluzione ma qualcosa di simile ad abbozzarne una – quando ti senti confusa, vale la pena non fare nulla fino a quando tutto sarà chiaro.
la confusione è resistenza (alla “corretta comprensione”, alla “accettazione”, all’ “apprezzamento della realtà in tutte le sue sfaccettature mobili”) a che pro, quindi, fare qualcosa con il vento fortemente contrario? a meno che uno sia obbligato a fare qualcosa, ovvio.
credo, tuttavia, che non sia sempre saggio cercare una soluzione, quanto lasciarsi alle spalle le cose. però il tuo post (e quindi il tuo pensiero) è degno di nota. e ti ringrazio per avere messo in moto le mie sinapsi.
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Assolutamente non voleva essere una replica polemica la mia. Adoro quando qualcuno si prende la briga di avviare un confronto su quanto scrivo perciò ti ringrazio!
Tornando all’argomento, purtroppo mi sono ritrovata in una situazione dove non fare nulla è più dannoso che altro. Dopo potrò lasciarmi alle spalle tutto (e, perchè no, magari per sempre), ma adesso è il momento di combattere 😉
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