La cosa terribile è che le persone si facciano la guerra in nome delle loro idee.
Sono incappata in “Un lungo silenzio” di Ángeles Caso in uno dei miei periodici peregrinaggi su Goodreads che temporaneamente, durante il lockdown, ha sostituito i ben più soddisfacenti giri tra gli scaffali di librerie e biblioteche. Non avendo mai letto nulla sulla Guerra civile spagnola, da curiosa quale sono, ho deciso di provare subito a leggerlo.
“Un lungo silenzio” è effettivamente un libro che parla di guerra, ma soprattutto parla di coloro che la guerra la perdono e, da sconfitti, devono trovare il modo di vivere in un mondo dove le leggi vengono dettate dai vincitori.
È il 1939 e, dopo tre anni di esilio, le donne della famiglia Vega (e solo loro, gli uomini saranno morti in esilio o in battaglia) ritornano nella loro città di origine, Castrollano.
In Spagna si sono ormai definitivamente stabiliti al potere i franchisti e per i sostenitori della Repubblica sopravvivere non è affatto semplice. Eppure la vita va avanti, nonostante sia quasi impossibile crederci davvero fino in fondo, e bisogna affrontare i propri lutti, rimboccarsi le maniche e prendere delle decisioni difficili, ma necessarie.
Nei loro occhi si acquatterà l’ombra malinconica della rassegnazione, insieme alla luce ostinata del desiderio di vivere.
Condito da appena un pizzico di realismo magico, questo romanzo è strutturato in modo molto originale: presente, passato e futuro convivono in ciascun capitolo, ma senza che ci sia confusione nell’andamento dell’intreccio. Ciascun capitolo, a partire dal presente delle donne della famiglia Vega, racconta i fatti accaduti loro nel passato, prima delle insurrezioni nazionaliste e durante la Guerra civile, per poi concludersi con uno sguardo sul futuro, un futuro che le protagoniste del romanzo ancora non possono conoscere, ma che il loro destino porterà a compimento di lì a poco.
Grazie a un linguaggio semplice e a uno stile scorrevole, Ángeles Caso è in grado di coinvolgere i lettori in quella che è una storia, se non vera almeno verosimigliante alla realtà, per la quale l’autrice si è in effetti ispirata alla sua bisnonna, nonna e mamma. Una storia che lascia comunque la voglia di approfondire maggiormente il tema della Guerra civile spagnola, un capitolo di Storia che spesso a scuola viene completamente ignorato.
ottima recensione, di sicuro sarà una lettura molto interessante, una sulle quali riflettere in questo mondo dove le guerre sembrano non finire mai…
Buone letture… 😉
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Lo è e, secondo me, riporta alcuni elementi che sono purtroppo comuni a tutte le guerre.
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Confesso la mia ignoranza sulla guerra civile spagnola… Un’ottima occasione per recuperare qualche informazione 😉
Mi incuriosisce soprattutto il modo in cui è scritto, passato presente e futuro nello stesso capitolo!
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È un tipo di struttura del romanzo che non avevo mai visto prima, almeno non in modo così “lineare” pur mescolando fra loro i tre tempi verbali fondamentali.
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